Sindrome da conflitto sotto-acromiale e sport
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Maggio 14, 2021 Per la conformazione anatomica dell’omero, ogni volta che l’arto superiore viene sollevato oltre un certo grado, si verifica un restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion dove, protetti dalla borsa, scorrono i tendini della cuffia dei rotatori.
Nella ripetizione di certi gesti atletici o di più normali mansioni lavorative, sia per squilibri muscolari che per l’irregolarità del profilo acromiale, l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio provoca dei fenomeni di infiammazione delle strutture in esso contenute (Impingement). Questo fenomeno è definito sindrome da conflitto subacromiale e, a lungo andare può comportare la comparsa di calcificazioni estremamente dolorose associate alla progressiva degenerazione del tendine fino alla rottura. Il dolore insorge anche di notte. Questa serie di eventi provoca inevitabilmente il non uso dell’arto superiore, facilitando la formazione di aderenze intra-articolari con ulteriore aggravamento del quadro clinico.
Quando i muscoli che muovono l’omero non funzionano bene, viene a mancare l’effetto stabilizzante ed allora la testa omerale tende a risalire. Tale modificazione della biomeccanica articolare provoca che quando si alza il braccio in alto sopra la testa si viene a creare una situazione in cui il tendine sovraspinoso e la relativa borsa subacromiale, possono rimanere schiacciati tra l’acromion, il legamento coraco-acromiale e la grande tuberosità dell’omero.
Questa compressione realizza la patologia chiamata “Conflitto subacromiale secondario”(non di origine superiore). Se non si prende nessun provvedimento, tale processo può condurre fino ad una lesione completa della porzione superiore della cuffia dei rotatori ed aumentare la risalita della testa omerale.
La cuffia dei rotatori (CDR) è composta da quattro muscoli, e rispettivi tendini (sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo) che muovono il braccio in un range di movimento (ROM = range of motion) molto ampio. Tale movimento è garantito oltre che dalle strutture muscolari, anche dalle superfici articolari del cingolo scapolo omerale e dalla sua particolare conformazione anatomica in maniera particolare dalla forma particolare della glena della scapola.
Alcuni tendini della cuffia dei rotatori giacciono sotto un tetto osseo che altro non è se non un’estensione della scapola nota come acromion. Lo spazio sotto questo tetto (spazio subacromiale o sottoacromiale) deve essere abbastanza ampio da consentire lo scorrimento dei predetti tendini. Ad agevolare tale scivolamento, tra l’osso acromiale e i tendini, c’è una borsa piena di fluido viscoso che funge da cuscinetto. Ogni qualvolta che noi muoviamo la spalla, attivando i muscoli e i tendini della cuffia dei rotatori, noi sollecitiamo il dinamismo della borsa che agisce in modo tale che i tendini non scorrino su di una superficie ruvida (quindi non vengono logorati).
Altre funzioni della cuffia dei rotatori:
– Stabilizzatori attivi della testa omerale sulla glena
– Depressori della testa omerale (coadiuvati dal tendine del capo lungo del bicipite)
Oltre agli stabilizzatori attivi della testa omerale vi sono gli stabilizzatori passivi che sono:
• Capsula articolare
• Legamenti
• Labbro glenoideo
Il complesso sistema articolare scapolo omerale funziona perfettamente a patto che la CDR mantiene centrata la testa dell’omero nella glena. Infatti, quando il braccio è elevato sopra la testa, avviene che la cuffia dei rotatori deprimendo la testa omerale gli consente di scivolare facilmente sotto l’acromion.
L’impingement colpisce sportivi, casalinghe, pallavolisti, lanciatori, nuotatori e imbianchini, comunque chi mantiene a lungo il braccio elevato sopra la spalla.
Esistono delle suddivisioni in 3 o 4 stadi di gravità dell’impingement in base alla progressione della malattia.
– nel primo stadio si nota solo un infiammazione acuta della borsa sinoviale o dei tendini della cuffia dei rotatori, con limitazione nei movimenti
– nel secondo stadio è presente la degenerazione del tendine con eventuale lesione parziale accompagnata da versamento di liquido infiammatorio o ematoma. In questa situazione si avverte molto dolore e la funzionalità della spalla è ridotta.
– Nell’ultima fase della periartrite, si verifica la rottura completa della cuffia dei rotatori, il più colpito è sempre il sovraspinoso, con versamento e dolore insopportabile anche a riposo.
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Riatletizzazione
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