La “Sindrome Piramidale”
Il muscolo Piramidale (o Piriforme) origina dal Sacro (faccia anteriore, lateralmente ai forami), passa attraverso il grande forame ischiatico e si inserisce all’apice del Gran Trocantere, si trova così ad essere ricoperto dal muscolo Grande Gluteo. Il Piramidale ha relazioni con nervi del plesso lombo-sacrale.
Esso ruota il Femore esternamente e lo abduce. Il Piramidale ha quasi esclusivamente un’ azione tonica ed è sinergico/antagonista dell’ Ileopsoas sia in relazione al Femore che al Sacro, durante la contrazione dello Psoas:
– si contrappone alla sua componente intrarotatoria femorale
– controlla i micromovimenti di lateralità impedendo l’inclinazione omolaterale del Sacro
In qualsiasi lesione della coxo-femorale vi è un’alterazione del rapporto con il Piramidale.
I Piramidali si oppongono, invano, ad un Sacro orizzontale (indotto a ruotare dal peso, dalle retrazioni posteriori e dalla contrazione degli Psoas). Il Piramidale viene coinvolto anche quando una distribuzione del carico asimmetrica provoca una posizione anomala di L5 che porta il Sacro in lesione di torsione (inclinazione laterale + rotazione). Anche nelle lesioni Ileo-Sacrali (malposizioni dell’ Iliaco rispetto al Sacro, l’ Iliaco ruota per variare la lunghezza funzionale dell’arto inferiore o a causa della retrazione della catena
posteriore- inferiore), che provocano sempre dolore all’articolazione Sacroiliaca, vi è
coinvolgimento del Piramidale.
Possiamo pensare di trovarci di fronte ad una “Sindrome Piramidale” quando una Sciatalgia (dolore irradiato lungo il decorso del nervo Sciatico dovuto alla sua compressione e/o alla sua infiammazione) non sono provocate da Ernia del disco, Artrosi della colonna vertebrale, Malformazioni congenite della colonna vertebrale, Processi infiammatori, Disturbi dei vasi sanguigni, Tumori localizzati all’osso.
(Tratto da “Enciclopedia della Medicina” De Agostini)
Quindi, dopo che gli opportuni accertamenti prescritti dallo specialista (RX, RMN, TAC ecc…) hanno escluso le sopracitate situazioni patologiche, è opportuna una valutazione del muscolo Piramidale. È proprio dopo aver visionato TAC o RMN negative che la sciatalgia comincia ad essere “atipica e inspiegabile”, allora con molta probabilità siamo di fronte a “Sindrome Piramidale”. E data la frequentissima presenza di questo disturbo, vale sempre la pena di sondare lo stato del muscolo Piramidale anche quando TAC e RMN sono positive e rilevano una protrusione discale (magari non a carattere irritativi nei confronti dei tessuti nervosi).
Una disfunzione del Piramidale può creare irritazione nervosa e conseguente stato algico.
All’inizio c’è dolore riferito al gluteo, in corrispondenza del sottostante Piramidale. Se esso
viene ignorato a lungo, si creano i presupposti per una neuropatia da intrappolamento, il
dolore conseguente potrà irradiarsi ai glutei, alla coscia posteriore e nei casi cronici all’inguine, oltrepassare il ginocchio e interessare tutto il territorio dello Sciatico. Il dolore spesso non cambia al variare della posizione.
Il Piramidale non va mai sottovalutato nell’approccio riabilitativo delle sciatalgie, il quadro
clinico e soprattutto la valutazione funzionale permettono di confermare la sua responsabilità in tantissime forme di sciatalgia.
– Vanno ricercati punti dolorosi in corrispondenza della inserzione all’ apice del Gran
Trocantere e nell’articolazione Sacro-Iliaca.
– Palpando le ultime vertebre lombari non si trovano punti dolorosi (come invece si
verifica nelle patologie discali).
– Una contrattura, accorciamento, retrazione del Piramidale e quindi un suo
coinvolgimento viene confermato valutando in modo passivo bilateralmente e
simultaneamente l’ intrarotazione delle anche con paziente supino, il lato colpito avrà il
movimento ridotto.
– Un’ ulteriore conferma si ha quando, eseguendo il test di Lasèque (flessione dell’arto
esteso da supino), compare o si accentua il dolore quando vi si associa anche una
adduzione, mentre associando una extrarotazione si ha una regressione per la
detenzione del muscolo.
Il trattamento è rivolto ad allungare e decontrarre il muscolo e a riequilibrare la biomeccanica dei distretti articolari che causano la disfunzione.
1. Il primo trattamento è sintomatico, indipendentemente dalle cause, bisogna allungare e
risolvere la contrattura del Piramidale. Quindi le tecniche da usare per risolvere la
contrattura e allungare sono:
– massaggio di frizione profonda che raggiunga il indirettamente il Piramidale
– pompage
– inibizioni in “energia muscolare” (di F. Mitchell)
– manovre miotensive
2. Quindi occorre poi cercare la causa che ha portato a iperattività il muscolo, ricercando
lesioni nei seguenti distretti:
– tratto lombare della colonna
– articolazione Ileosacrale
– bacino
– articolazione dell’Anca
A questo punto vanno risolte le malposizioni individuate
3. Una ottima tecnica è la Rieducazione Posturale Globale, individuando le posture (una
alla volta) più adatte al paziente, considerando la catena muscolare a cui appartiene il
Piramidale che è quella posterioreinferiore.